Periodico online di letteratura contemporanea

domenica 31 ottobre 2010

Sottovento (breve silloge)


ti rimango estrema
ultima svolta sulla mano
una parabola di silenzio
                  la nostalgia
fuori da ogni sguardo
la luce s'approssima
a una rincorsa contro il tempo

uno spiraglio che mi spoglia
della forma del buio

una - O - perfetta sulle labbra
una scorciatoia all'alba

e io stesa lì tra le tue dita
                            in breve
 riconto cartilagini e ossa
sottovento


***


... sono
l'illogica tenerezza che ti sfiora
e segna al nuovo grembo
un'impronta di faro

... sei
vergine al tocco
come un bacio che declina
su insegne di mare
il suo rumore


***


ti resto appena un fiato sopra l'amore
quando il giorno mormora le sue frasi
di commiato
una tenerezza di preghiera masticata
imprevista pausa che svapora all'improvviso
e trema
poi ti riprendo tra le labbra e quella linea
un solco di rame lungo la schiena


***


girasoli ai lati della bocca
e m'invento la paglia tra i capelli
con linee che non so ancora disegnarti

in quest'asimmetria di corpi tesi
alla brevità di un bordo che sospetti
di nomi differenti

alla provocazione che sfugge ai fianchi
quando ti annunci nelle assenze
e in me dimori


***


segue la via dei forse l'amore
indifeso quando lo senti
contare le dita
e non il futuro delle cose

un odore dolciastro di parole nascoste
questo forse resta delle rose
lo stupore che dell'altro innamora
quando tutto è silenzio

e di noi rimane indietro una curva
un accenno
il ritrovarsi nei fuochi
nell'acqua

sopra le pause appena
in occhi distanti un soffio di labbra


***

mostrami 
le cuciture di un'ombra sulla saracinesca
un ferro ondulato, una vite, una pietra
un inciampo di nomi e
- continuo a chiamare cose -
persino i tuoi occhi e le poesie

forse dovrei allineare l'allegria
                           la pazzia al margine destro
cambiare stesura alle parole

prima di capire - ne sono sicura -
saremo pronte
a colare radici dentro l'acqua
o lasciarci attraversare dall'anima di un calice

distratte avremo iniziato l'amore
al nuovo corso

***

è quando le vedi migrare al vento
che le foglie tremano
come i tuoi occhi allo scoperto dei miei sensi

quando percepirti diventa un luogo
una fessura che tradisce il giorno

l'apnea del tempo sul dorso della mano
spigolo nudo su cui riposano crepuscoli

semi che impari a proferire
quando premi le dita sul mio fiato
e mi richiami





2 commenti:

Cernia ha detto...

Trovo molto bella la tua silloge.
Miei punti di vista:
Il linguaggio ricercato ed originale è il punto forte, sicuramente di alta qualità.
Si parla di sensazioni, quasi sempre sfuggenti. Difficile per chi legge dare un volto, un'anima, una qualsiasi connotazione umana a chi le vive. Sono flash di osservazioni di sentimenti, di estasi pura, che può coinvolgere o meno, ma che finisce (per me) nel'istante in cui le leggo.
Si, come tutti, confesso che i brani che mi piacciono di più sono quelli che non scorderò mai, perchè mi indicano una via, qualsiasi, ma che ha nomi e cognomi, reali o assolutamente realistici.
Mi piace però anche sognare per qualche istante, attraverso bei versi come i tuoi.
Bacioni

ecatmel ha detto...

La poesia, come la pittura, ad esempio, ha tante sfumature e linguaggi e certamente siamo catturati molto più facilmente da un paesaggio, un ritratto, da qualcosa di facilmente riconoscibile. Ci si muove su un terreno a noi familiare. Ma quando la ricerca si spinge sulle astrazioni dell'anima, è vero, spesso il senso sfugge, ne rimane qualcosa di indefinibile, un'emozione, una sensazione che apre ad altro.
In questa mini silloge, molto semplice, per la verità, l'amore ha mille sfaccettature, ma è visto e percepito come qualcosa di transitorio, di desiderato, in ogni caso vissuto pienamente.
Grazie per lo scambio.
Ciprea